domenica 29 marzo 2009

la sentenza è del Giudice o dell'uomo che indossa la toga?

C'è un problema di fondo ed è il seguente: per il giurista la sentenza rimane tendenzialmente incomprensibile1; e tuttavia quando si legge una sentenza, bisogna sforzarsi di comprendere quanto sia arduo il compito di quest'uomo giudice, che si veste della legge, venendo così privato giustamente della libertà di esercitare la attività giurisdizionale a proprio piacimento, non potendo scegliere gli atti da considerare e le azioni da compiere secondo ciò che il proprio animo può suggerirle.
Il giudice è sempre assillato dai dubbi, diviso tra l'adesione ad un precetto astratto e la libertà etica ce vuole sottrarre ai convenzionalismi. Questo rappresenta l'istante più delicato, cioè quello nel quale la libertà etica si proietta nelle fessure delle norme, trasparendone.
Bernanos diceva, si legge sempre nell'articolo che ho citato, "non sono le regole a custodire noi, ma siamo noi a custodire le regole". il dubbio e le regole. Se c'è dubbio non si sa quale regole debba operare, perchè la regola opera in quanto disciplinante di un accadimento tipico, ed la sua tipicità che ci fa apprezzare la sua prevedibilità e la anticipata previsione, scartando ogni tentativo di governo particolare e singolare delle vicende umane da parte di una autorità.
Intanto nel processo si cerca sempre di far rivivere un fatto passato, è solo il fatto che indica la regola;
è un Atlantide sommerma che il giudice cerca di ritrovare. ecco che il giudice valuta quello che gli apportato e poi ricerca nei limiti della ricerca a seconda nell'ambito processuale e della forma processuale. è vero, la forma del processo può limitare la vita, ma non c'è altra strada.
non c'è altra direzione, se non quella della ricerca frammentarie, delle ipotesi su questi frammenti, delle ombre e delle luci, ma che èpian piano si ripuliscono, si fortificano della parole del diritto.
Il diritto non è materia statica ma dinamica e si evolve con i ritmi sociali: il diritto e la fissità dei valori, questo è il tema cruciale. il diritto costringe al cambio dei valori o è soltanto modalità concui si epsrimono diversamente gli stessi valori?
il momento della sentenza che è momento applicativo è ben diverso dal momento della produzione normativa, contrariamente a quello che pensava il Kelsen quando sosteneva che il giudice è il legislatore delle individualità.
Frosini riteneva2 che il sistema giuridico fosse simile ad un grande specchio infranto ed ognuno dei suoi frantumi rifletta l'immagine della realtà sociale, che in quello specchio si rispecchia per riconoscersi, osservarsi e per correggersi.



1 Maria Paola Borelli,Camera Penale di Catanzaro,venerdì 23 febbraio 2007
2 Ibidem

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