giovedì 9 aprile 2009

Il termine serraglio indica un luogo chiuso, murato o steccato, dove si tengono appunto " serrate" le fiere o gli animali. In alcuni casi è usato per indicare il palazzo dell'imperatore o dei principi turchi. La derivazione è riconducibile al verbo "serrare" che deriverebbe dal latino serere, annodare, e dal greco σειρα (purtroppo scrivere in greco sul blog alle volte è un vero problema, mi scuso se mancano accenti e spiriti e se alcune lettere sono del greco moderno e non antico, cercherò al più presto di rimediare).

Tornando a noi, il greco seirà, vuol dire corda, ma anche seiris, cordicella; pare che vi sia anche un precedente sanscrito, sarat, sarit, corda o filo, comunque l'idea è quella di strutture atte a fermare, chiudere, bloccare.

Ma perché parlare del serraglio? è semplice, perché vorrei parlare degli animali nel Rinascimento. Quando si parla di animali in quel periodo storico, così come nei precedenti, si tende quasi sempre, a considerarli quali elementi del pittorico o dello scultoreo, cioè nella loro collocazione artistica1, poco si parla invece, della loro raccolta in zoo, giardini, bestiari e dell'impulso che il loro studio ebbe nel naturalismo rinascimentale. In particolare un buona trattazione è data da Burckhardt2 special modo nelle pagine da 310 a 315. Burckhardt per chi non lo sapesse è un storico svizzero dell'Ottocento; non mi soffermerò qui sulla natura della sua opera e sul pensiero che la influenzò. Mi limito a ricordare alcune considerazioni sul nascere in quel periodo, di numerosi bestiari e giardini zoologici presso le corti e i palazzi dei ricchi mercanti come oggetto di diletto, di collezionismo o semplice espressione di ricchezza, ma che non poterono evitare lo svilupparsi di un'attività di ricerca naturalistica, classificatoria e comparatistica, pur quando si trattasse di eccezionali bestie esotiche.
Così il nascere di queste raccolte è quindi individuabile quale appuntamento importante nella storia delle scienze naturali.
Tra le varie opere citate dal Burckhardt, ad esempio di qual tipo di raccolte zoologiche si potessero ammirare in quel periodo e qual spirito le animasse, si ricorda le Cronache Perugine di Francesco Matarazzo3.


Lettura di un inciso dall'opera di Burckhardt


1 in tal senso un intelligente lavoro è : Mirella Levi d'Ancona, lo zoo del rinascimento, Editore Pacini Fazzi, 2001
2 Jacob Burckhardt, Die Kultur der Renaissance in Italien, Basilea 1860, trad.it la civiltà del rinascimento in Italia,Sansoni, Firenze, 1953, a cura di Garis su traduzione di Valbusa(1876)
3
Francesco Matarazzo, detto Maturanzio,Cronaca della città di Perugia dal 1492 al 1503

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