domenica 12 aprile 2009

IL MISTERO DEL LEVIATANO

23 Si fluvius intumescat, non tremit; securus est, si prorumpat fluctus ad os eius. 24 In oculis eius quis capiet eum et in sudibus perforabit nares eius? 25 An extrahere poteris Leviathan hamo et fune ligabis linguam eius? 26 Numquid pones iuncum in naribus eius aut spina perforabis maxillam eius? 27 Numquid multiplicabit ad te preces aut loquetur tibi mollia? 28 Numquid feriet tecum pactum, et accipies eum servum sempiternum?

Liber Iob, 40, 23-28

1 Ecce spes eius frustrabitur eum, et aspectu eius praecipitabitur. 2 Nemo tam audax, ut suscitet eum. Quis enim resistere potest vultui eius? 3 Quis eum aggressus est et salvus fuit? Sub omni caelo quisnam? 4 Non tacebo super membra eius et eloquar robur et gratiam struis. 5 Quis revelabit faciem indumenti eius, et duplicia mandibulae eius quis intrabit? 6 Portas vultus eius quis aperiet? Per gyrum dentium eius formido. 7 Corpus illius quasi scuta fusilia, compactum sigillo siliceo: 8 unum uni coniungitur, et ne spiraculum quidem incedit per ea; 9 unum alteri adhaeret, et tenentes se nequaquam separantur. 10 Sternutatio eius favillae ignis, et oculi eius ut palpebrae diluculi. 11 De ore eius lampades procedunt, sicut scintillae ignis emittuntur. 12 De naribus eius procedit fumus, sicut ollae succensae atque ferventis. 13 Halitus eius prunas ardere facit, et flamma de ore eius egreditur. 14 In collo eius morabitur fortitudo, et faciem eius praecedit angor. 15 Palearia eius cohaerentia sibi compressa non moventur. 16 Cor eius induratur tamquam lapis et duratur quasi mola inferior. 17 Cum surrexerit, tremunt fortes et ab undis retrorsum convertuntur. 18 Qui impegerit in eum, gladius eius non stabit nec hasta neque pilum neque thorax; 19 reputat enim quasi paleas ferrum et quasi lignum putridum aes. 20 Non fugat eum vir sagittarius, in stipulam versi sunt ei lapides fundae. 21 Quasi stipulam aestimat fustem et deridet vibrantem acinacem. 22 Sub ipso acumina testae, et sternit tribula super lutum. 23 Fervescere facit quasi ollam profundum et mare ponit quasi vas unguentarium. 24 Post se illuminat semitam, aestimatur abyssus quasi canescens. 25 Non est super terram potestas, quae comparetur ei, qui factus est, ut nullum timeret. 26 Omne sublime videt: ipse est rex super universos filios superbiae ”
Liber Iob, 41, 1-26


Ecco, si gonfi pure il fiume: egli non trema, è calmo, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca. Chi potrà afferrarlo per gli occhi, prenderlo con lacci e forargli le narici? Puoi tu pescare il Leviatano con l`amo e tener ferma la sua lingua con una corda, ficcargli un giunco nelle narici e forargli la mascella con un uncino? Ti farà forse molte suppliche e ti rivolgerà dolci parole? Stipulerà forse con te un`alleanza, perché tu lo prenda come servo per sempre?»


1 In die illa visitabit Dominus in gladio suo duro et forti et grandi super Leviathan serpentem fugacem et super Leviathan serpentem tortuosum et occidet draconem, qui in mari est.
Liber Isaiae, 27, 1

«In quel giorno il Signore punirà con la spada dura, grande e forte, il Leviatano serpente guizzante, il Leviatano serpente tortuoso e ucciderà il drago che sta nel mare.»


Il Leviatano viene spesso ricordato come opera di Thomas Hobbes1, ma qui vorrei scrivere qualcosa a proposito della figura mitologica di questo essere. Questa creatura si ritrova nella tradizione vetero-testamentaria. Alcune righe avanti abbiamo riportato i due passi biblici nei quali lo si incontra. Direi subito che il destino del Leviatano è quello di essere ucciso. Nella rappresentazione di Gustave Dorè, si vedono rappresentate le parole di Isaia: la Potenza venire sulle nubi del cielo armata di spada per giustiziare Leviathan.

Si è detto molto sulla etimologia del nome Leviatano: certo proviene dal latino ecclesiastico leviathān, il quale proverrebbe dall'ebraico tiberiense liwiāthān (לִוְיָתָן ) Probabilmente significa tortuoso o attorcigliato, dal verbo liwjāh, circondare. Il Leviathan sembrerebbe un mostro marino, anche se taluni sostengono che sia un basilisco. è comunque un mostro e per questo lo si potrebbe considerare come contrapposizione al distico greco di καλός καί ἀγαθός, cioè non bello e quindi non buono. Il Leviathan infatti ha caratteristiche fisiche eccezionali, si veda ancora sub "Iob, 41, 1-26", e distruttore. è soprannaturale, unico, certamente ma nato dalla volontà di Dio(Iob,40,19, Ipse est principium viarum Dei, qui fecit eum, applicabit gladium eius). A quali scopi resta forse uno dei punti più enigmatici. Ad un certo punto si dubita persino che Dio non stringa con lui un patto. Per lo più gli si da natura di mostro marino, il riferimento chiaro e all'amo per esempio e ad altra contestualizzazione marina. Il basilisco o βασιλεύς, è invece il Re dei serpenti. Mi pare tra l'altro che ne parli Gaius Iulius Solinus, autore della prima metà del terzo secolo in Collectanea rerum memorabilium, XXVI, 50 (barbarorum variae nationes et solitudo inaccessa, quae basiliscum creat, malum in terris singulare) Secondo questa descrizione il basilisco vivrebbe deserti creati dalla sua stessa capacità essiccatrice e mortifera; serpente non più lungo di venti centimetri ma dal veleno potentissimo e dalla sguardo assassino. Molti altri autori parlano del Basilisco, vi attribuiscono dimensioni e caratteristiche differenti, ma non importa qui di occuparsene, piuttosto, invece, mi sembra utile dare queste poche notizie per dire che questa creatura difficilmente si identifica con Leviathan. Nello Hortus Deliciarum, manoscritto medievale del XII secolo compilato dalla badessa Herrad di Landsberg per le novizie ad uso pedagogico, si trova una miniatura, che si può riferire come appartenente ad una più diffusa iconografia dell'amo nel Medioevo, nel quale è raffigurato Dio Padre, nell'atto di tenere una canna da pesca gettata in mare, al cui amo, che è la Santa Croce cui come esca si trova il Cristo,è infilzato il Leviatano2. Sempre in una chiesa di Aquileia, un po' più antica dello Hortus deliciarum, si trova una pittura murale di Satana preso all'amo. Sempre con riguardo al questo tema interessanti considerazioni circa il bestiario di Cristo, ci parlano di una regima, la Madonna, che tiene per l'amo il Leviatano e di un guerriero che con buona considerazione possiamo identificare nell'arcangelo Michele, benché non alata, che tiene con la lenza Behemoth, il fratello terreno di Leviathan3. Gregorio Magno, scrive4: Sed Leviathan iste hamo captus est, quia in Redemptore nostro dum, per satellites suos escam corporis momordit, divinitatis illum aculeus perforavit. in realtà dall'inizio del capitolo nono si comincia a parlare di Leviathan con riguardo al Maligno, infatti intitolo Divinitas in carne velut hamus in esca satanam transfixit. Anche San Girolamo interpretà così (ne riporto soltanto un pezzetto): commutavit figuram aenigmatis, ut diabulum quem superius Behemoth, translato nomine dixerat, eundem nunc Leviathan appellet (Hieronymus, Commentarii in librum Job, caput XL, 0786D). Qualcuno certamente si sarà chiesto se per caso non ci sia una qualche creatura marina conosciuta che potesse aver indotto il mito di Leviathan. Nell'ebraico moderno Levithan dovrebbe significare balena. Se pensiamo che poi Hermann Melville5 paragona il capodoglio per le dimensione e la forza al leviatano, già all'inizio del suo romanzo, nella parte iniziale intitolata extracts. Ne riporto una parte nei quali peraltro non si fa che citare i passi veterotestamentari già sopra riportati ad eccezione dei Salmi6, poiché in effetti il Leviathan è anche citato in alcuni salmi; "And God created great whales." --GENESIS. "Leviathan maketh a path to shine after him; One would think the deep to be hoary." --JOB. "Now the Lord had prepared a great fish to swallow up Jonah." --JONAH. "There go the ships; there is that Leviathan whom thou hast made to play therein." --PSALMS. [...] "The great Leviathan that maketh the seas to seethe like boiling pan." --LORD BACON'S VERSION OF THE PSALMS. [...] I più fantasiosi poi, o coloro che si interessano al fantastico, avranno pensato, ricordando i mostri marini, al Kraken; questa parola deriva dal norvegese, krake, che indica un animale malsano, abominevole: il Leviathan è si straordinariamente potente, ma non mi pare dalle descrizioni, che sia caratterizzato da una estetica mostruosa. In più il termine krake, in tedesco significa piovra; si pensi, che in una delle sue prime opere, Carl von Linné (prob. Systema Naturae, 1735?) cita il kraken con il nome scientifico di Microcosmus e lo colloca tra i cefalopodi, anche se poi successivamente rinuncerà a menzionare questa bestia. Per ciò il kraken è più una piovra gigante, un Architeuthis dux(calamaro gigante) o un Mesonychoteuthis hamiltoni (calamaro colossale) piuttosto che un mostro serpentino. Ancora, se uscissimo dai percorsi della zoologia e della criptozoologia scientifica e ci facessimo prendere per così dire da una smania ufologistica, scopriremmo che molti, anche in tempi attuali e quindi meno inclini( si spera!) alle superstizioni, si dicono avvistatori di serpenti marini. Il 12 dicembre 1964 nella baia di Stonehaven ( Hook Island, Australia) un certo Robert Le Serrec, fotografò una sorta di serpente marino. Ne riporto la fotografia se non altro per la curiosità accattivante. Non va dimenticato naturalmente che i serpenti acquatici esistono, ma non hanno dimensioni gigantesche. Eppure il mito del serpente marino esiste fin dall'antichità e ci è stato tramandato. Olao Magno, vescovo ed umanista svedese, parla appunto del serpente marino anche se va ricordato che quelle terre abbondavano di credenze in questo senso. L'opera nella quale si legge di questa creatura è Historia de gentibus septentrionalibus7,che a discapito del titolo non è una vera e proprio opera storigrafica, quanto una narrazione di costumi e credenze; ecco cosa si legge: "Esiste nei dintorni della città di Bergen un serpente mostruoso, lungo più di duecento piedi (60 metri) e grosso 20 (6 metri). Abita in mezzo alle rocce, in una profonda caverna che abbandona solo in estate, quando le notti sono chiare, per divorare vitelli, agnelli o porci, a meno che non si immerga nel mare per nutrirsi di ogni sorta di crostacei".

Per ciò che riguarda gli altri avvistamenti, nell'ottocento e all'inzio del '900 rimando a questo articolo tratto da criptozoo.com (in corso di inserzione....)

Per chiudere, ricordo i serpenti marini di Laoconte; dalla scultura più famosa, quella della scuola di Rodi(Museo Pio-Clementino in Musei Vaticani), si vede che i serpenti erano si grandi, ma non enormemente mostruosi, come il Leviathan, anche se dalla descrizione del Poeta, può si restare un dubbio. Erano però due e siccome si sa che presero i figli di Laoconte avviluppandoli nelle spire certo non potevano avere una dimensione gigantesca(su Laoconte: Publio Vergilius Maro, Aeneis, II,214;
Gaius Iulius Iginus, Fabulae, 135, Quintus Smyrnaei, Τὰ καθ' Ὅμηρον o Fatti successivi ad Omero(Posthomerica),liber XII,391)
Che resta da dire? Be', quale identificazione simbolica si può dare a Leviathan? Per lo più i contemporanei sogliono equipararlo al Caos, specialmente al caos primordiale, la potenza scatenata ed incontrollata, nella lettura forse più aderente, è potenza del Creatore e come creatura è sottoposta alla divina potestate. Nel libro di Giobbe infatti, si parla, e qui aiuta la contestualizzazione piuttosto che la disamina per excerpta come invece ho proposto, di un tale che vessato da una serie di sfortunati eventi, al quale Dio spiegherà che non bisogna giudicare l'operato divino dal punto di vista umano, per far questo dirà a Giobbe la famosa "Ubi eras, quando ponebam fundamenta terrae? Indica mihi, si habes intellegentiam"(Iob, 38,4). Ma certo la simbologia è oggetto di vasta e divertente discussione.


1Thomas Hobbes, Leviathan, or the Matter, Form and Power of a Commonwelth Ecclesiastical and Civil, 1651 2 Origine e l'alessandrinismo cappadoce(III-IV sec.) a cura di Mario Girardi e Marcello Marin, in Quaderni di "Vetera Christianorum" n.28, Edipuglia. 3 Ibidem, si veda alla nota 37, in particolare A.Martin, De Crosses pastorales, in Mèlanges Archéologiques, vol IV, Paris, 1856, p.197. 4 SS Gregorius I Magnus, Moralium Libri Sive Expositio In Librum Beati Job, liber trigesimus tertium, caput IX, 0682 C 5 Hermann Melville, Moby Dick or the Whale, 1851 6 Liber Psalmorum, 25-26: " 25 Hoc mare magnum et spatiosum et latum: illic reptilia,quorum non est numerus,animalia pusilla cum magnis;26 illic naves pertransibunt, Leviathan, quem formasti ad ludendum cum eo". Qui appunto si parla della creazione del Leviatano da parte di Dio, com espressione della sua potenza: in questo senso diverge da una sua identificazione con Satana. Senza voler approfondire troppo, cosa che sarebbe impossibile dato il format "blog's posts", nella Qabbalahil Leviatano è accomunato al serpente primordiale, al tentatore di Adamo ed Eva, al drago, e altri ancora con il serpente Raab e nello Zohar. Hobbes si rifà ad una tradizione biblica minore( della maggioritaria abbiamo visto qualche spunto con Gregorio e Girolamo) e si rifiuta di vedere nel Leviathan la raffigurazione del demonio. 7 Olao Magno, Storia dei popoli settentrionali. Usi, costumi, credenze. Introduzione, scelta, traduzione e note di Giancarlo Monti, Milano, BUR classici, 2001 (non sono riuscito a reperire l'originale). Per la Biabbia, si è fatto riferimento alla Nova Vulgata. La prima immagine è una incisione di Gustave Doré.

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